venerdì 31 ottobre 2008

Riflessione sull'insegnamento...


Troppo carina questa immagine!!! :)
In effetti a volte ci sono insegnanti che si sentono troppo "in alto" e, come direbbe Alice, dovrebbero un pò "scendere" e ricordarsi come si sentivano loro quando erano più giovani!!!
D'altra parte è così!
Un professore, un maestro, sentono di avere potere e diventano come magari realmente, in famiglia o tra i loro amici, non sono!!
Perchè rifarsela sui poveri alunni??
Il rapporto insegnante/alunno non è quasi mai facile...
Noi giovani siamo sempre svogliati per tutto, non ci attira niente... se il professore ha idee innovative lo prendiamo per scemo, se invece è vecchio stampo lo prendiamo per rompi scatole! Insomma, non siamo mai contenti! E sinceramente non capisco come mai di anno in anno la gioventù sia sempre più svogliata e scocciata di fare tutto! Per niente attiva!!
Dall'altro lato molti professori dovrebbero rivedere i loro programmi educativi riadattandoli all'anno in cui ci troviamo ed evitando di tirare fuori metodi di insegnamento degli anni '30!! A mio parere, alcuni, se potessero farti rimettere in ginocchio sui ceci dietro alla lavagna ne sarebbero ben contenti!!!
Ora, non dico che ci voglia parità in questo rapporto, anzi! Al professore va comunque il rispetto per il suo ruolo ed è giusto che non ci sia troppa "amicizia" altrimenti non ci sarebbe limite!
Però tirando una botta di qui e una di là... noi giovani dovremmo prendere più attivamente le proposte e gli insegnanti dovrebbero attivarsi di più nel proporre ;)
Sono sempre molto diplomatica....
Eh beh, per una che è andata a finire sul Tg5... :)

Wikievoluzione: la conoscenza è open surce


"L'obiettivo che ci poniamo con Wikipedia è di creare un'enciclopedia a contenuto aperto - cioè modificabile - ed attendibile: la più grande della storia, sia in termini di ampiezza si in termini di profondità dei contenuti".
Jimmy Donal Wales, uno dei fondatori di Wikipedia, ha puntato in altro fin dall'inizio nel tentativo di minare le fondamenta del predominio del sapere cartaceo. Ma il sogno di riuscire a creare una rete di sapere condiviso sembra oggi essere diventato realtà. Una realtà evidentemente transnazionale che rende l'enciclopedia libera oggetto di continue diatribe tra i wikiottimisti e i wikipessimisti. Lo slogan è "Nessuno sa tutto ma Ognuno sa qualcosa".
L'autorevole rivista "Nature" ha paragonato l'attendibilità di Wikipedia nientemeno che all'Encyclopaedia britannica, simbolo del baluardo della cultura.
Wales dice: "Quello che ci aspettiamo di vedere è la diminuzione dei post da diverse migliaia a millecinquecento al giorno, per consentire un monitoraggio e un controllo qualità più efficace evitando quel vandalismo impulsivo che più volte ha colpito il sistema e i suoi contenuti". Uno strumento perfettibile, dunque, che tuttavia resiste alle sfide poste dalla società della conoscenza, in un'epoca in cui risorse educative e politiche di formazione passano attraverso canali tradizionalmente non riconosciuti come tali.
Wikipedia insegna.

Mi è piaciuto questo articolo sul giornale universitario... conoscevo già da tempo Wikipedia ma sinceramente non l'avevo mai usato come risorsa!
In effetti se si potesse sostituire il cartaceo con una cosa in rete accessibile a tutti da ogni parte del mondo sarebbe tempo risparmiato e soprattutto molto utile!
Il problema è che non tutti riescono sempre a mantenere "sane" le idee... come quelli che quando prendono un libro in biblioteca lo rendono tutto scritto dato che "non è loro" e quindi non gliene frega niente, pure su internet potrebbero fare la stessa cosa...
Vedremo un pò...

mercoledì 29 ottobre 2008

Contro l'Hiv




ECCO LA MOLECOLA CHE FRENA L'HIV

PAVIA. I ricercatori dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio Nazionale delle ricerche di Pavia e il laboratorio di chimica farmaceutica dell'Università di Siena hanno stanato una molecola farmacologicamente attiva in grado di bloccare l'infezione. Il suo bersaglio è un enzima cellulare..

Questa mattina Aliciotta e io eravamo prese dalla lettura di tutti i "leggo Firenze", "Metro", "City" che ti danno ad ogni angolo della strada!! Ma siamo rimaste particolarmente colpite da questa notizia... Avremo risvolti positivi? Una volta scoperta questa molecola potremmo davvero sperare che l'Hiv venga frenato? Non so come mai ma ho l'impressione che dietro alle scoperte mediche ci speculino sempre... Mah, vedremo tra qualche mese se ne risentiremo parlare o se, come molto spesso accade, è solo un fuoco di paglia.

lunedì 27 ottobre 2008

Cosa si intende per "apprendimento"?

« L’apprendimento nell’uomo avviene per circa l’83% attraverso la vista, soltanto per il 10% dall’udito, il resto dagli altri sensi. Dalla medesima indagine di Murgio risulta che un soggetto ricevente ricorda in media il 10% di ciò che legge, il 20% di ciò che ascolta, il 30% di ciò che vede e il 50% di ciò che contemporaneamente vede e ascolta. »
(Matthew P. Murgio, Comumunication graphics,
1969)

L'apprendimento è il processo di acquisizione di conoscenza, di una competenza o di una particolare capacità attraverso lo studio, l'esperienza o l'insegnamento.
L'apprendimento è un processo "esperienza-dipendente".
Infatti le nostre esperienze possono influenzare significativamente le nostre connessioni neuronali e le nostre strutture cerebrali.
Dal punto di vista psicologico l'apprendimento è una funzione dell'adattamento nel comportamento di un soggetto, risultato da una esperienza. Primo punto importante di questa definizione: l'apprendimento come legato ad un cambiamento. Questa caratteristica del processo risulta anche una definizione operativa misurabile negli studi sull'apprendimento stesso. Secondo punto chiave di questa definizione: l'apprendimento come legato all'esperienza e all'esposizione ad uno stimolo.
È possibile distinguere l'apprendimento dalla maturazione (che non considera l'esposizione a nessuno stimolo, ma è basata sullo sviluppo e l'affermarsi di variabili interne all'individuo e alla specie).
L'apprendimento tende ad aumentare le differenze tra gli individui, mentre la maturazione tende ad assimilarli ad un unico standard. Cambiamenti del potenziale comportamentale a breve termine, come ad esempio la stanchezza, non costituiscono "apprendimento". Alcuni cambiamenti a lungo termine, viceversa, non dipendono dall'apprendimento ma dall'avanzare dell'età (maturazione) e dal proprio personale sviluppo.
L'educazione risulta il tentativo cosciente di promuovere l'altrui apprendimento.

Link del giorno ;)

"L’incontro con le differenze linguistiche, religiose, somatiche, culturali è diventato non più un fatto sporadico e casuale ma una componente normale e quotidiana degli spazi educativi, della scuola. Un contesto multireligioso, quello ormai presente nelle tante scuole italiane che ci suggerisce l’imprescindibilità di un dialogo dove visioni diverse siano chiamate a trovare parole comuni, dove la scuola attraverso la comunicazione di stili di relazione, la valorizzazione di ogni relazione educativa renda concreta questa azione educativa come una pratica necessaria di conoscenza reciproca, come tirocinio di rispetto, come scuola di dialogo.
La pagina "Insegnare apprendere innovare" si propone di riconoscere e valorizzare l'impegno di scelte organizzative, pedagogiche, metodologiche e dialettiche idonee a sostenere progetti formativi interreligiosi ampi ed articolati.Siamo qui per registrare tutte quelle "buone pratiche" attivate dai tanti istituti presenti sul territorio che vorranno segnalarci i loro lavori".


(vedi: http://www.critbari.it/)

Trinchero Roberto, Valutare l’apprendimento nell’e-learning.

Il volume di Trinchero, affronta il problema della valutazione in ambienti di apprendimento supportati da tecnologie infotelematiche, Formazione Assistita da Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione o Technology Enhanced Learning, un'ampia categoria che include gli ambienti di apprendimento in Rete di varia natura, ma anche le tecnologie off line di supporto all'apprendimento. Il concetto di e-learning, è da intendersi in senso letterale e generale di «apprendimento elettronico». Il lavoro focalizza la sua attenzione essenzialmente sulle problematiche connesse alla costruzione di prove di valutazione, non affrontando, volutamente, i problemi della collocazione dei momenti valutativi nelle varie fasi di un intervento di e-learning e della valutazione delle ricadute economiche del processo operando solo brevi cenni all'aspetto relazionale della valutazione.

Nella progettazione di un piano di valutazione occorre decidere lo scopo della valutazione che stiamo mettendo in atto, così la valutazione dei saperi acquisiti dai soggetti pone una serie di problemi inerenti alle 5 questioni con cui deve confrontarsi la ricerca educativa: ontologica, epistemologica, metodologica, tecnico-operativa e, non ultimo, assiologica, che nella valutazione assume un ruolo particolarmente rilevante.

Quali caratteristiche dovrebbe avere una buona valutazione dell'apprendimento?

Anzitutto, dovrebbe insistere sul carattere formativo e proattivo e inserirsi a più livelli nel processo di apprendimento dell'allievo. Secondo l’autore una buona valutazione dovrebbe essere organizzata in modo da orientare verso lo sviluppo di un atteggiamento positivo nei confronti della materia trattata, penalizzando l'apprendimento meccanico e premiando quello significativo. Presentando la valutazione come un'attività che si situa sullo stesso piano di altre attività formative, come un momento del normale processo didattico, strettamente legato e inscindibile da esso, l'allievo può rompere il binomio valutazione-giudizio in favore del binomio valutazione-formazione. Opportune scelte possono favorire lo sviluppo di questo atteggiamento: scelte basate sull'analisi dei casi, sullasimulazione, sul problem solving offrono buoni esempi di integrazione tra valutazione e didattica.

L'allievo dovrebbe concepire la valutazione come un momento di confronto più che come un momento di giudizio. Il confronto, anche a fini valutativi, non deve essere vissuto con timore, ma deve essere occasione di crescita. Nessun giudizio valutativo è una «sentenza». Il successo dell'intervento formativo dipende dalla misura in cui è il gruppo nel suo complesso, e non solo il singolo allievo, a raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti, quindi il successo dell'opera del tutor si misura in relazione a quanto egli riesce a portare tutti gli allievi agli obiettivi previsti. Anche il successo del singolo allievo dovrebbe essere misurato in relazione alla sua capacità di contribuire al successo dell'intero gruppo di formazione e non solamente al proprio.
Per predisporre l'allievo a un rapporto positivo verso la valutazione, è importante definire con precisione gli elementi di processo e di prodotto che sono desiderabili (o almeno ammessi) e quelli che non lo sono, non nell'ottica di «premiare chi sa», ma in quella di «formare chi (ancora) non sa». Questo può essere fatto con responsi chiari e comprensibili, che includano la corretta elencazione degli obiettivi raggiunti e non raggiunti, dei processi considerati accettabili e di quelli migliorabili.

Un buon processo di valutazione non si deve quindi fermare ad aspetti superficiali dell'apprendimento, ma deve essere in grado di indagare in profondità le acquisizioni dello studente; in altri termini, non deve limitarsi a rilevare gli esiti, ma deve cercare di gettare luce anche sulle cause che li determinano, dato che solo in questo modo sarà possibile definire interventi correttivi realmente efficaci.

Inoltre l'intervento formativo dovrebbe puntare a favorire lo sviluppo nello studente di una specifica sensibilità all'autovalutazione, ossia un atteggiamento di costante disponibilità all’'automonitoraggio e alla messa in discussione delle proprie strategie. L'allievo che percepisce l'importanza di autovalutare il proprio raggiungimento degli obiettivi e le strategie che mette in atto allo scopo ha maggiori possibilità di sviluppare abilità di autoregolazione metacognitiva del proprio apprendimento.

Il processo di valutazione consta quindi di due momenti. Il primo è quello della rilevazione, il quale comprende un insieme di procedure operative volte a raccogliere evidenza empirica (ossia dati fattuali, osservabili e rilevabili) e a trarre da essa informazioni secondo i canoni della ricerca scientifica su un insieme di aspetti differenti di un dato processo formativo. Il secondo momento è quello della valutazione vera e propria, ossia dell'assegnazione di significato e valore al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla situazione attesa o alle eventuali discrepanze. E questo secondo momento a portare all'assunzione di specifiche decisioni operative, che possono riguardare l'allievo, ma anche l'intervento formativo.

Il testo è quindi rivolto a formatori e insegnanti che intendono avvalersi delle tecnologie infotelematiche per progettare prove di valutazione efficaci, sia in contesti di formazione a distanza, sia in contesti di formazione in presenza assistita da tecnologie, o nel caso di una combinazione delle due modalità.

Scopo principale è quello di guidare il lettore alla progettazione di consegne valutative efficaci, sfruttando appieno i suggerimenti che derivano dalla ricerca, sull'apprendimento supportato da tecnologie infotelematiche.

domenica 26 ottobre 2008

One Tree Hill "perla di saggezza della giornata"

"PERCHE' TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO QUALCHE VOLTA...
QUALCUNO CHE CI AIUTI A SENTIRE LA MUSICA NEL MONDO!
LA VITA ESIGE CHE TU ESCA DALL'OSCURITA'!
E QUANO LO FAI C'E' UNA PERSONA NELLA TUA VITA SU CUI POTER CONTARE.
QUALCUNO CHE TI GUARDERA' QUANDO INCIAMPERAI E CADRAI...
E IN QUEL MOMENTO TI DARA' LA FORZA DI AFFRONTARE LE TUE PAURE DA SOLO...!"

Battesimo Erik 25 ottobre 2008

AUGURI ERIK!!!
Proprio ieri nella chiesa di Bologna Erik finalmente, a 21 anni, si è battezzato :)
Sono felicissima per lui!
La cerimonia è stata veramente bella e molto commovente; chissà se anche io riuscirò ad organizzare qualcosa di simile per i miei compagnon!!!
Quando rivedo queste cerimonie mi viene voglia di ribattezzarmi!!! Poi ci penso su un attimo e mi dico: no no, ho pianto troppo quel giorno!!! ;)
La scelta del battesimo è proprio una cosa che si sente dentro e che se si riesce a coltivarla rinnoverà la tua fede di giorno in giorno!
E' difficile in questo mondo credere in qualcosa di buono, in qualcosa che sia al di sopra di tutto, in Qualcuno che un giorno ristabilirà la pace e l'amore.
Ma io, per quando sia difficile, ho bisogno di crederci... io VOGLIO crederci!!!
I prossimi battesimi nella chiesa di Firenze saranno il 13 dicembre... chi vuole venga a curiosare ;)

venerdì 24 ottobre 2008

Oh santa pazienza!!!

Quello che sta succedendo in questi giorni a Firenze (e anche in tutte le altre città) non so bene come definirlo... e non userò i due termini "giusto" o "sbagliato" perchè non credo di essere in grado di sapere cosa sia veramente giusto o cosa sia totalmente sbagliato.
Di una cosa però ne sono certa: VOGLIO FARE LEZIONE!
E sono molto innervosita dal fatto che invece altri studenti non abbiano voglia di fare niente e si mettano ad occupare le aulee in questo modo!
Ok, non sei d'accordo con una legge? Una riforma? Un decreto? Qualsiasi cosa? Protesta pacificamente ma non impedire a chi non la pensa come te di fare ciò che vuoi!!!
Per mancata cultura mia o interesse verso il mondo politico, solo ora mi sono messa a leggere le informazioni su questo benedetto decreto che ha scatenato questa protesta!
Ognuno penso abbia le sue idee ed essendo in democrazia abbia anche la possibilità di esprimerle... ma l'idea di uno non deve sottomettere l'idea dell'altro...
Finchè andranno avanti ad occupare scuole, plessi e via dicendo senza nemmeno sapere bene cosa stanno facendo o il perchè, senza un programma specifico, senza un'idea che sia davvero una convinzione, non risolveranno niente e non faranno del bene a nessuno.
E' bene parlare di ciò che succede ma, ripeto, democraticamente.
Vuoi lottare per un ideale? Perfetto, lotta! Ma evita di far rimettere persone che non hanno la tua stessa visione delle cose.
La settimana prossima VOGLIO riprendere a fare lezione regolarmente; sono al primo anno e NON TOLLERO che qualcuno mi impedisca la vita universitaria!!!
Si sente che sono leggermente alterata? Ecco... stamattina quando dopo essermi svegliata alle 6 e aver preso il treno delle 7.15 sono arrivata alle 8 a Firenze e non abbiamo potuto fare lezione e son dovuta tornare a casa... IMMAGINATEVI COM'ERO!!!

Intervento Ministro Gelmini al Senato (23.10.08)

Intervento Ministro Gelmini al Senato
"Quando mi chiedono quale sia la mia visione pedagogica, ebbene, la riassumo nel riferimento a una scuola che abbia al centro lo studente, la sua preparazione, il suo futuro e le opportunità che il sistema di istruzione gli deve aprire. Tutto quanto non sia indirizzato a questo risultato, all'affermazione della funziona educativa e formativa della scuola è qualcosa di estraneo al ruolo che l'istruzione deve assolvere. All'epoca mi ero illusa che una comune presa d'atto della situazione e di problemi non più rinviabili potesse creare un terreno comune di confronto e non di scontro, ma si trattava per l'appunto di un'illusione perché si è tentato di espellere quei dati e quei problemi dal dibattito pubblico e dal dibattito politico e perché ai contenuti stessi del decreto e alla sua realtà si è sovrapposto un decreto virtuale, falsificato, contro cui si è scatenata una protesta in molti casi priva di fondamento. Ben più delle proteste mi preoccupano le falsificazioni che sono state messe alla base di queste proteste. Come Ministro sento il dovere di raccogliere l'invito del presidente Napolitano e di dare l'esempio. Convocherò nuovamente, già da domani e una per una, tutte le associazioni degli studenti, degli insegnanti e dei genitori, con la volontà di creare le condizioni di un confronto pacato, costruttivo e sereno, ma a due condizioni: che si discuta sui fatti e sui contenuti del provvedimento e non sulla falsificazione della realtà e che la maggioranza parlamentare possa decidere secondo le regole costituzionali.Ma torniamo a quanto sta accadendo in quest'Aula. Il Senato della Repubblica sta avendo ampio spazio per dibattere e mi sarei aspettata che dai senatori dell'opposizione arrivassero quei contributi e quelle proposte che, a loro dire, sarebbero stati silenziati dal ricorso al voto di fiducia alla Camera dei deputati. Così non è stato. Al Libro bianco sulla scuola, scritto sotto l'egida dei ministri Fioroni e Padoa-Schioppa, libro bianco che invito i colleghi dell'opposizione a leggere senza limitarsi a citarne il titolo, si è sostituita in Senato una pagina bianca volta alla mera difesa di un insostenibile status quo, classista nella sua più intima essenza, e fuori dal Senato una campagna terroristica che ha diffuso false informazioni tra le famiglie destinate a svaporare quando il tempo ne farà giustizia, ma che avvelenano il clima con l'obiettivo di bloccare la riforma e di alimentare la piazza, creando un clima di allarmismo totalmente ingiustificato. È stato detto, e non è vero, che diminuiremo gli insegnanti di sostegno. È stato detto, e non è vero, che licenzieremo 87.000 insegnanti. È stato detto, e non è vero, che diminuiranno le classi a tempo pieno. Un'opportunità che invece, da Ministro, intendo incentivare. È stato detto, e non è vero, che chiederemo le scuole delle piccole isole e quelle di montagna, atto che il Ministro non potrebbe mai sognarsi di compiere.Vedete, non mi scandalizzano le proteste di questi giorni; mi scandalizzano le basi su cui la protesta si fonda, le false informazioni e una versione inesistente del decreto-legge. Basta osservare alcune interviste sui giornali, ascoltare i telegiornali oppure, se si mettono in dubbio queste fonti, è sufficiente uno sguardo ai video autoprodotti su YouTube o ai blog per avere l'immagine di un quadro desolante. Quando il 32 per cento dei ragazzi risponde che attraverso il decreto si taglieranno gli stipendi agli insegnanti mentre accadrà esattamente il contrario; quando l'11 per cento sostiene che aumenteranno le ore di lezione, che non è vero; quando per il 43 per cento l'invito a tornare al grembiule è classista e poi quegli stessi studenti rispondono che in passato era stato adottato per non discriminare; quando il 70 per cento di quei ragazzi sostiene che il decreto ha abolito o ridotto le ore di educazione civica, io dico che non ci siamo e invito quei ragazzi a guardare la realtà. Ho rispetto di chi la pensa diversamente, ho rispetto delle proteste, ma delle proteste a ragion veduta. E dico a quei ragazzi: contestate pure gli interventi se non vi piacciono, protestate sul decreto ma non su un provvedimento immaginario. Avanzate proposte, contributi, ma non accettate di relegare il dibattito solo ad una sterile difesa dello status quo quando il Paese ha un bisogno estremo di cambiamento e di riforme.Non vorrei - e lancio in tal senso un appello - che la scuola venisse interpretata come una nuova fabbrica e gli insegnanti come una nuova classe operaia da rendere sempre più povera, affinché non perda la voglia di fare la rivoluzione. Vogliamo ridare - e questo sarà il mio obiettivo sino al termine del mio mandato - agli insegnanti la dignità professionale ed economica che non può essere disgiunta da chi si assume un ruolo fondamentale per il presente e per il futuro del Paese. Avrò, onorevoli senatori, la tenacia della goccia che scava la pietra, la tenacia della goccia della realtà e della ragionevolezza che scava la pietra della demagogia e della disinformazione. Una pietra con cui non si tenta di ostacolare il ministro Gelmini - il che conterebbe molto poco - ma un futuro per il quale le brutte classifiche internazionali siano un ricordo lontano, soprattutto affinché si possa combattere e lavorare alacremente - ripeto - per costruire un futuro migliore per i nostri giovani. Si è parlato impropriamente di «riforma Gelmini», ingigantendo la portata di norme dettate dal buonsenso che rappresentano, invece, una manutenzione del sistema scolastico e i primi appunti di un cambiamento che, per essere efficace ed ottenere negli anni il risultato che il Paese si augura, dovrà essere ben più esteso e fondato sui pilastri dell'autonomia scolastica e della valutazione. Di fronte alla realtà dell'emergenza educativa ho voluto iniziare a dare segnali che comincino ad invertire il senso di marcia, segnali al Paese di consapevolezza, di attenzione immediata, segnali che non resteranno isolati. Chiedo alla scuola un'opera seria di alfabetizzazione civile e a questo fine corrisponde l'introduzione della materia «Cittadinanza e Costituzione» alla cui elaborazione tanto sta dando un uomo della sinistra riformatrice quale Luciano Corradini che mi onoro di avere tra i miei collaboratori su questo tema.Ma a questo fine corrisponde anche la possibilità di esercitare maggior rigore attraverso l'introduzione del voto in condotta affinché le immagini devastanti di insegnanti impotenti messi alla berlina diventino un ricordo. Ad ognuna di queste immagini, ad ognuno di questi video, di questi episodi ha fatto seguito nel passato un approfondito e pensoso dibattito e le immagini hanno poi continuato imperterrite a scorrere. Abbiamo, ho preferito agire. Spero che quegli insegnanti umiliati possano essermene grati. Chiedo anche alla scuola trasparenza e semplicità, quella trasparenza e semplicità insite nel ritorno ai voti. Offro alla scuola certezza del diritto e dei diritti senza ipocrisie. Come sapete, in attesa della revisione dei meccanismi di reclutamento, ho deciso di bloccare le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario, le cosiddette SSIS, trasformate in una sorta di costosa fabbrica di illusioni per migliaia di giovani. Ebbene, abbiamo deciso di non far pagare a questi giovani gli errori del precedente Governo che con la mano di Fioroni chiudeva le graduatorie e con quella di Mussi attivava le SSIS, indirizzando i giovani su un binario morto. Abbiamo deciso di riaprire questo binario ma sarà l'ultima sanatoria. È nostra intenzione dare stabilità al reclutamento e certezza di diritto, in questo come in altri casi.Offro alla scuola un'inversione di rotta per passare, attraverso un uso oculato delle risorse, dalla condizione di stipendificio e di luogo dove scelte sciagurate hanno proletarizzato la condizione di insegnanti a luogo dove le risorse vengono risparmiate e poi investite per premiare il merito, per iniziare a portare la retribuzione dei docenti ad un livello decoroso. Offro alle scuole italiane un primo passo verso un nuovo piano di edilizia scolastica che faccia sì che non si abbiano più a ripetere tragedie come quelle di San Giuliano. Offro alle famiglie una risposta ulteriore alle polemiche che di anno in anno si ripetono sul costo esorbitante dei libri di testo, dopo le risposte contenute nella legge n. 133. Signor Presidente, onorevoli senatori, nell'accettare l'incarico di Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ero consapevole delle difficoltà che mi si sarebbero parate innanzi e delle proteste che qualunque cosa avessi fatto mi avrebbero inseguito. Qualcuno un giorno dovrà raccogliere l'albo di queste proteste nelle quali nel corso degli anni si è contestato tutto e il contrario di tutto. Le accetto dunque con consapevole rassegnazione, ma spero non travalichino il segno. Mi si insulti pure ma non si impedisca la libertà di altri, la libertà di un cittadino di recarsi a lavoro in treno, la libertà di uno studente di dissentire e di recarsi a lezione Non ho intenzione di cominciare sempre tutto da capo; intendo invece valorizzare il lavoro svolto dai miei predecessori indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Intendo recuperare tutto il positivo e guardare avanti e vorrei che chi, come me, condivide la responsabilità politica di rappresentare il popolo sovrano mi aiutasse nell'indirizzare i binari del confronto lungo la via della realtà e del cambiamento, che tutti, chi nelle parole e chi anche nei fatti, riteniamo oramai indeludibile. È su questo terreno che aspetto il Partito Democratico una volta che il rito della sua piazza sarà compiuto. È su questo terreno che, come ho sempre fatto, ascolterò studenti, insegnanti, genitori, personale della scuola e mondo intellettuale; un ascolto che però sarà fattivo. Non sarà un giovane Ministro a mettere la scuola italiana nell'impossibilità di cambiare e non voglio condividere la responsabilità di continuare a condannarla e a non assolvere il compito di migliorarla. Sono consapevole che la sfida che ho di fronte è una sfida difficile, impegnativa. Chi mi ha preceduto nel ruolo di Ministro e ha cercato di cambiare la scuola non ha avuto un percorso agevole, ma questa fatica merita di essere compiuta; la devo al Paese, ai ragazzi, alle famiglie, agli insegnanti, a coloro che si aspettano e meritano una scuola migliore, come recita la Costituzione, aperta a tutti, che distribuisca pari opportunità".
[23 ottobre 2008]

mercoledì 22 ottobre 2008

Domenico de Masi "Quaderni di Telèma" Primavera 2001

“Strana esperienza insegnare a tanti che ne sanno più di me”

Noi professori utilizziamo ancora lo strumento elettronico come un supporto estraneo, misterioso, indocile. I nostri allievi, invece, l'hanno introiettato: fa parte della loro carne e del loro cervello, li assiste non solo nello studio ma quasi in ogni altro momento della vita. Un'intera classe universitaria si confessa e ci conferma che nel mondo digitale i giovani stanno molti anni luce davanti a noi.

Ho sessantatré anni. Insegno da quarant'anni precisi. Il mio primo incontro diretto con il computer avvenne all' Italsider di Bagnoli. Facevo parte di un'équipe interdisciplinare di ricercatori: psicologi del gruppo creato da Gustavo Iacono, esperti di organizzazione della "Pietro Gennaro e associati", sociologi del centro studi "Nord e Sud".Il mio ruolo era di "partecipante osservatore".L'osservazione era arricchita dalla somministrazione di questionari, che a quei tempi si tabulavano a mano, con il supporto di una Divisumma, cioè di una calcolatrice meccanica Olivetti, che ora appartiene all'archeologia industriale, ma allora era il vanto di pochi privilegiati ricercatori e statistici. Forse già allora vi era qualche computer nell'università, ma solo nelle facoltà scientifiche. In un'aula di cento allievi, solo un paio di studenti vantavano l'accesso al personal computer paterno - il "pc", come dicevano con l'orgoglio dei privilegiati. Allora corteggiavo le grandi aziende che, largheggiando in spese elettroniche, spregiudicatamente sostituivano il 286 con il 386. Mi facevo regalare qualche dismesso 286, lo portavo in aula e lo sorteggiavo tra i miei studenti, iniziandoli così ai misteri dell'informatica. Oggi in aula su un centinaio di studenti solo tre, oltre me, hanno un Pentium II. Altri tre usano il computer del padre. Tutti gli altri hanno un Pentium III e alcuni hanno già il Pentium IV. Chi ha un Pentium II a 450 MHz lo considera superato e si sente depotenziato.Le ricerche didattiche e le tesi sono tutte arricchite da grafici e disegni fatti al computer, le esposizioni sono impreziosite da schemi e figure mobili in Power point, le tesi sono corredate da cd-rom. Ogni mio allievo manovra il computer con una disinvoltura che io non conquisterò mai e naviga in Internet per molte ore del giorno e della notte, dialogando con reti di ignoti interlocutori. Almeno una decina di studenti ogni giorno mi scrivono per chiedere informazioni, spiegazioni o anche solo per comunicarmi il loro stato d'animo, per farmi leggere una poesia o un racconto che hanno appena scritto, per commentare ciò che ho detto a lezione. Oggi ogni studente cerca di stare al passo con i tempi, rinnovando il proprio computer appena ne esce un tipo più potente. L'unico vincolo è la spesa. Ma sono pronti a qualsiasi sacrificio pur di avere il processore più veloce, che consente operazioni tecniche e applicazioni rapidissime. Ovviamente, soltanto pochi studenti possono permettersi la connessione mediante Adsl, ma tutti la desiderano perché risulta molto vantaggiosa per chi abitualmente utilizza Internet almeno un paio di ore al giorno. Tra tutti i miei studenti, soltanto uno su cinque lavora, nei più diversi campi: come istruttore, impiegato, cameriere, addestratore di cani, web designer, addetto allo scalo Alitalia.Ma cosa ci fanno, i miei allievi, con il computer? L'uso ormai preminente è per Internet: comprano libri su Amazon, comunicano attraverso la posta elettronica, usano programmi di ritocco musicale e di foto-ritocco, ricorrono a programmi per suonare con pc all'avanguardia. C'è musica elettronica e acustica sintetizzata. Ci sono le playlist, cioè le tastiere con suoni predisposti. E ci sono personal computer portatili che consentono di suonare nei locali giovanili. Il programma musicale è composto da piste: su ognuna di esse c'è il suono di uno strumento, quindi un pc moderno può consentire di suonare diversi strumenti contemporaneamente, come un'orchestra. Quasi la metà dei miei studenti usa il pc per scaricare musica; uno su sei ha il masterizzatore; altrettanti usano Internet per le telefonate interurbane. Uno su dieci usa il pc per giocare. Uno su tre usa la chat. C'è chi chatta spesso per parlare con altre persone, per poi conoscerle dal vivo. C'è chi ha conosciuto virtualmente persone che poi non ha mai incontrato. C'è chi ha incontrato persone che aveva già potuto vedere grazie alla web cam. Nessuno dei miei studenti ha mai avuto dalla scuola una reale spinta determinante verso l'uso del pc. Da parte degli insegnanti non c'è stata molta collaborazione. Il computer, infine, fa parte integrante della vita degli interpellati, che lo ritengono molto utile (82%) o abbastanza utile (13%). Il 49% dei miei studenti pensa che non sia possibile una vita attiva senza il personal computer. A sessantatré anni, non me la sento di dare loro torto.

(Domenico De Masi, Quaderni di Telèma, n. 24, Primavera 2001)

lunedì 20 ottobre 2008

Didattica Pratica

Questa mattina mi sono ritrovata a fare una ricerca sul termine Didattica...
Alla fine viene sempre fuori il fatto che ci debba essere un rapporto insegnante-allievo tale da fare in modo che lo studio provenga non da un imposizione ma dalla voglia di imparare e apprendere...
Facile a dirsi e difficile a farsi!
Buona parte dell'apprendimento, a mio parere, penso provenga dal tipo di rapporto che l'insegnante riesce a creare con i propri alunni: non troppo amichevole (potrebbe non essergli più portato rispetto) non troppo ossessivo (potrebbe essere odiato e quindi far studiare solo per paura).
In ogni cosa ci vorrebbero le vie di mezzo; e quali sono queste vie di mezzo?
Durante questi mesi mi sto occupando di tenere, il sabato pomeriggio, un gruppo di ragazzi dai 15 ai 18 anni e mi rendo conto che, anche se non è proprio uguale al rapporto insegnante-alunno, sia molto difficile riuscire ad essere "animatrice" e "amica" allo stesso tempo.
Il rapporto di fiducia lo si ottiene tentando di essere più vicini a loro; da questo di solito scaturisce anche il rispetto verso l'adulto... amico "fino ad un certo punto".
L'insegnante, o l'animatore, devono cercare di immedesimarsi molto spesso negli alunni-ragazzi; così diventerà un pò più semplice l'avvicinamento verso il loro mondo, si otterrà il rispetto desiderato ma si riuscirà anche ad insegnare senza incutere alcun timore, anzi, grazie alla stima da parte degli alunni-ragazzi, questi apprenderanno meglio e parteciperanno con più piacere!
Il fatto è che nelle scuole di oggi c'è poca interazione pratica tra insegnante e alunno; l'insegnante sta in alto e l'alunno è schiacciato da questa figura. Secondo me questo tipo di approccio è sbagliato perchè in questo modo l'alunno impara giusto perchè è obbligato a farlo e imparando contro voglia alla fine si dimenticherà tutto appena finita la scuola!!
Ecco perchè ora come ora i 19enni dopo la maturità spesso non sanno cosa fare o cambiano università continuamente: perchè realmente non sanno cosa gli piace! Non sono riusciti in 13 anni di scuole dell'obbligo a capire cosa veramente li appassioni!
Questa a mio parere è una grande crisi nel sistema... anche perchè chi non è realmente motivato studierà o lavorerà per forza passando quindi una vita da insoddisfatto.
Sono una serie di reazioni a catena che si innestano proprio durante gli anni più importanti per gli adolescenti...
Pensate che sia pazza? Penso solo io questo?

Didattica Teorica

Dal greco didàsko (insegno), la didattica è la teoria e la pratica dell'insegnare.
Scopo della teoria didattica è:
il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza del docente
il miglioramento dell'efficacia e soprattutto dell'efficienza (diminuzione dei tempi e delle energie) dell'allievo che apprende.
In teoria e in pratica esiste una didattica del maestro diversa dalla didattica del professore; inconsapevolmente c'è una didattica del fruttivendolo e del meccanico che insegnano il lavoro e il saper fare a chi non sa fare quel lavoro e quel mestiere. La didattica è quindi anche un'arte della semplificazione e della relazione.
In essa è presente il rapporto insegnante-allievo, per cui molti parlano del processo di insegnamento/apprendimento come di un processo unico, anche se al suo interno si possono rilevare vari aspetti. Attualmente si viene delineando la convinzione che la didattica ponga una varietà di problemi piuttosto complessi e che presentano forti collegamenti con varie discipline. La complessità della comprensione del mondo attuale, l'impegno richiesto dalle attività che vanno emergendo e la complessità delle scelte che dovremmo affrontare rendono sempre più importante il problema dell'insegnamento/apprendimento. Di conseguenza si impone la necessità di sviluppare ricerche specifiche sulla didattica, ricerche che richiedono di affrontare una grande varietà di temi.
Se, in quanto teoria, la didattica riceve i contributi di tutte le scienze educative e dello sviluppo delle scienze specifiche oggetto di insegnamento, in quanto pratica implica l'esperienza e l'intervento umano. Essa implica il rapporto vivo tra due persone. In quanto persone, quindi, irriducibili al ruolo astratto di discente e docente poiché in realtà, entrambe le persone coinvolte insegnano e imparano contemporaneamente.
Tra i temi che la ricerca sulla didattica affronta o dovrebbe affrontare vi sono:
la psicologia dei discenti,
la preparazione psicologica dei docenti,
la struttura formale di ciascuna delle specifiche discipline da apprendere/insegnare,
i problemi della motivazione allo studio e i problemi di valutazione dei discenti e dei risultati,
le influenze sul processo di insegnamento/apprendimento del contesto culturale e sociale,
il tema degli strumenti e dei sussidi più utili da usare,
i problemi delle istituzioni deputate all'insegnamento, ai vari livelli, e della legislazione scolastica,
i problemi dei collegamenti fra modalità di insegnamento e posti di lavoro disponibili.

domenica 19 ottobre 2008

I modelli di insegnamento

Ci sono circa 5 tipi di insegnanti... penso che queste "teorie" possano essere utilizzate riferendosi non solo all'insegnamento del maestro o del professore di scuola ma anche da parte di chiunque voglia mettere a disposizione di altri la propria arte o la propria cultura! Per insegnare bene bisogna destare l'interesse dell'interlocutore; altrimenti alla fine ci si troverà davanti ad una classe di robot che imparano le cose a memoria senza nemmeno averle capite!

L’insegnante comportamentista
Considera l’apprendimento una risposta a uno stimolo; Considera l’apprendimento una forma di associazione. L’apprendimento è una sequenza di passaggi successivi. In fondo l’apprendimento è una forma di condizionamento. Se ha studiato, lo studente lo manifesta. Così è possibile valutarlo. L’apprendimento non è altro che una somma di conoscenze. E’ necessario fare leva sulla tensione emotiva degli studenti. L’insegnamento serve a fare apprendere abitudini. La cosa migliore è usare tassonomie di obiettivi didattici. Una buona preparazione è quella in cui ci si esercita spesso; quando uno studente è bravo, lo si elogia e lo si premia davanti agli altri. L’avvenuto apprendimento va verificato regolarmente durante l’anno. Dopo la spiegazione, interroga subito sull’argomento spiegato. La classe andrebbe sempre tenuta sotto controllo dall’insegnante. E’ importante programmare con precisione le azioni formative previste. Il buon insegnamento dovrebbe produrre cambiamenti comportamentali; il bravo docente rivede continuamente il proprio insegnamento ,chiarisce sempre prima i suoi obiettivi di metodo e di contenuto. Il bravo docente stimola, verifica, rinforza, controlla e programma.
L’insegnante cognitivista
In classe, una cosa è scherzare, un’altra è studiare. L’apprendimento deve essere “significativo” per essere memorizzato. L’apprendimento è una sequenza di passaggi di complessità crescente. L’apprendimento è una elaborazione complessa di processi mentali. Va bene ripetere, ma deve essere farina del loro sacco. Il bravo docente struttura e organizza i contenuti da apprendere. Il bravo studente utilizza personali strategie di apprendimento. E’ importante che la spiegazione sia compresa a fondo. Una buona preparazione è quella finalizzata al compito da svolgere. L’insegnante cognitivista interroga spesso gli studenti per verificare che non imparino a memoria. Per il docente l’azione formativa va calibrata prima di entrare in classe. L’insegnamento può essere considerato un modo di gestire simboli. L’apprendimento è una questione di organizzazione linguistica ed è sempre una trasmissione cumulativa di conoscenze. In qualunque contesto si apprende, non importa basta che si apprenda! Ogni studente ha una strutturazione cognitiva interna da tenere presente. Il buon insegnamento dovrebbe sviluppare la capacità di apprendere; l’apprendimento è un percorso euristico per la risoluzione di problemi. Il bravo docente si regola in base alle possibilità degli studenti.
L’insegnante metariflessivo
Approva quando gli studenti collaborano. Anche se fanno i compiti insieme. Il bravo studente riflette su come gestire le proprie strategie di apprendimento. E’ importante che gli studenti sappiano valutare da soli quanto hanno studiato. All’insegnante metariflessivo piacerebbe che gli studenti sapessero verificare tra loro come hanno studiato. Trova giusto riflettere su come insegna e rivedere a suo giudizio le strategie usate.
L’insegnante costruttivista
L’apprendimento è un processo costruito: non si apprende mai “da soli”! L’apprendimento, in effetti, è un processo biologico; è un processo di interpretazione e di scoperta guidata. Gli studenti hanno già le proprie strutture di conoscenza solo in parte modificabili. Il buon insegnamento trasforma le idee degli studenti da ingenue in scientifiche.
L’insegnante socioculturalista
L’apprendimento è “dentro” un contesto o una situazione specifici. Il buon insegnamento è quello che si basa sul parlare insieme. Il bravo docente media, facilita, socializza partecipa senza dirigere. Non importa se lascia trasparire le sue personali emozioni davanti alla classe. Sta attento a che postura assume quando parla con gli studenti. Gli sembra di essere, con i suoi studenti una comunità che condivide qualcosa. Se non ci fosse un mediatore, la classe non potrebbe condividere le conoscenze. Non si sente “più importante” degli studenti. Ognuno ha la sua esperienza. Vorrebbe essere un modello di identificazione per i suoi studenti.
Ogni docente ha il proprio modo di insegnare, il proprio sapere che deriva dall’esperienza, la propria pedagogia del buon senso e del senso comune.
Può bastare?
SI: se si conosce a quali modelli precedenti è riconducibile e se si è consapevoli delle proprie modalità operative!

Web per bambini...

Come volevasi dimostrare, nel 2008 internet è utilizzato praticamente per ogni cosa!!
Sentite come viene usato anche per i bambini!!!
Ma.. per quelli che non sono più bambini?? ;p

Il Web si sta sempre più rivelando uno strumento molto importante nel favorire l’apprendimento per mezzo di modalità ludiche rivolte principalmente ai bambini. In questo modo l’assimilazione di conoscenze viene incentivata dalla fruizione di contenuti in modo meno impegnativo rispetto al tradizionale sistema formativo.
I servizi Web che permettono ai più piccoli di imparare, hanno spesso il loro punto di forza nel fatto che sono capaci di stimolare la loro fantasia e la loro creatività. È il caso di WoldMe, portale rivolto ai bambini ancora in fase beta, disponibile in maniera completa a partire da dicembre di quest’anno.
WoldMe è un mondo virtuale coloratissimo e accattivante nel quale i bambini potranno divertirsi vivendo avventure che si basano sul dispiegamento della fantasia. L’interazione fra Web e piccoli utenti in questo servizio Web sarà molto ampia: i bambini potranno creare profili personali, tenere un loro diario, gestire immagini e foto, inviare messaggi e fare nuove amicizie.
Particolarmente interessanti saranno le attività da svolgere, e la presenza sul sito di video e giochi educativi. Anche gli insegnanti potranno entrare a far parte del mondo di WoldMe, infatti avranno a disposizione un’intera sezione della community, attraverso la quale gestire i bimbi.
Unici inconvenienti di WoldMe sono il fatto che non si sa ancora se il servizio sarà a pagamento, e il fatto che si propone come rivolto a bambini di lingua inglese. Tuttavia è un’opportunità da tenere in considerazione per le grandi potenzialità addotte nell’incrementare le capacità creative e nel portare avanti rilevanti funzioni educative.

Gli strumenti del Docente

Umberto Tenuta è l'autore del saggio che riporto qui sotto. Cercando su internet i vari metodi di insegamento moderni, ho trovato molto interessante ciò che ha scritto:

"Occorre cambiare rotta per migliorare i processi di insegnamento e di apprendimento, così come richiede il Regolamento dell’autonomia scolastica (Migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento).
Se si vuole cambiare la scuola non servono i discorsi che si fanno fuori delle aule.
Occorre entrare nelle aule, ove docenti ed alunni sono impegnati ad utilizzare le metodologie del problem solving e del cooperative learning per perseguire gli obiettivi che attengono alla formazione integrale della persona umana nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli alunni.
Si può elaborare un POF che risponda alle effettive esigenze di una scuola impegnata ad assicurare il successo formativo a tutti gli alunni solo se i docenti sanno insegnare bene.
E insegnare bene significa saper mettere tutti gli alunni nella condizione di avere successo nei processi di apprendimento e formazione: la scuola dell’autonomia è la scuola del successo formativo, è la scuola del successo nell’acquisizione, oltre che delle conoscenze, soprattutto delle capacità e degli atteggiamenti che attengono alla formazione matematica, alla formazione scientifica, alla formazione storica, alla formazione linguistica ecc.
Per assicurare a tutti i docenti le competenze educative e didattiche occorre mettere a loro disposizione gli strumenti adeguati attraverso iniziative di formazione in servizio che abbandonino definitivamente la vuota retorica dell’organizzazione, della programmazione, dell’autonomia, dei progetti educativi ecc. ecc.
Occorre quindi offrire ai docenti le occasioni per conoscere come gli alunni, non solo possano comprendere ed apprendere la lingua, la matematica, la storia, le scienze ecc., ma possano nel contempo sviluppare anche le loro <>, in termini di atteggiamenti e di capacità cognitive, affettive, sociali, linguistiche, matematiche, scientifiche ecc.Anche ai docenti non bisogna offrire discorsi, ma concrete occasioni per imparare ad insegnare bene".

L'arte dell'Insegnamento

Come mai già nelle scuole medie non viene insegnato all'allievo un metodo che permetta di ricordare tutto o gran parte di ciò che sarà tenuto a studiare negli anni a seguire? Se non ricordi quello che studi, in definitiva a cosa ti serve averlo studiato?
Quando si legge un bellissimo libro o un argomento che ci interessa e ci appassiona e poi scopriamo che dopo una settimana non ricordiamo più nulla, come ci sentiamo? In questo caso insoddisfatti...
Come al musicista si insegna a suonare, al ballerino come ballare, allo studente bisognerebbe insegnare come imparare curando fin dai primi anni delle scuole questo aspetto molto importante: imparare bene con poca fatica.
Lo studente, imparando e studiando divertendosi, a questo punto non vedrà l'ora di esporre quanto studiato e se lo ricorderà sempre perchè imparato con piacere e utilizzando non la memoria a breve termine ma quella a lungo termine!
A questo punto ogni insegnante dovrebbe quindi essere in grado di trasmettere la passione per la propria materia utilizzando dei metodi di insegnamento dinamici; molti al giorno d'oggi sono invece svogliati e sfaticati oppure troppo assillanti e quindi trasmettono negatività all'allievo che quindi non impara con voglia, anzi, lo fa per forza o non lo fa proprio!
Credo che, senza scomodare principi filosofici, ogni "artista" abbia l'obbligo morale di usare la sua arte per far stare bene chi non ha le sue stesse capacità. Una persona che ha determinate qualità è giusto che le metta a disposione degli altri e non solo per sè stesso!
L'amante per la musica ha l' "obbligo" di trasmettere la passione per chi vuole apprendere quest'arte; l'amante della danza idem e così anche l'insegnate di qualsiasi materia deve essere motivato e riuscire a trasmettere questo amore per la sua disciplina per quanto inutile o complicata possa sembrare a primo impatto!!
Se ogni insegnante di matematica operasse destando maggiore curiosità verso questa materia, molto probabilmente il nostro mondo oggi avrebbe fatto meglio i calcoli e non andrebbe economicamente così a rotoli ;)

giovedì 16 ottobre 2008

Curiosità trovate su Students Feedback

Ho visto nel sito “Students Feedback (link: http://infomedfi.pbwiki.com/feedback) due “frasi” che mi hanno davvero incuriosita…
Le riporto esattamente come sono scritte, quindi in inglese… ma per farmi comprendere meglio manterrò l’italiano, almeno per ora!!!

1) We were free to work when we preferred and we were "in touch" with the teacher through his blog: that's how we practically created a real network!
Without stress everything got easier.

2) I also think that this try to create relationship between students may be seen as an antipation of our future doctor-patient relationships, because we will meet a lot of people in our career, unknown and different people, with problems and personal issues, looking for help. Know how to deal all these situations, using ease and professionalism (but also a smile and a consolation word), will be for sure the hardest aspect of our job, that qualification we would never be good enough at.

All’inizio anche io non ero molto convinta di seguire il corso in questo modo: prima di tutto non avevo mai pensato di fare un blog! Un po’ perché non ho la linea veloce e quindi il mio computer ci mette tanto a scaricare, salvare ecc ecc… e un po’ perché non ne concepivo l’utilità.
Molti tengono i propri blog esattamente come fossero “diari personali” in cui scrivono le loro delusioni amorose, i loro pensieri su tizio e caio (come giustamente diceva il prof!!) insomma, cose che sinceramente tendono a non interessarmi.
Ora però, piano piano, mi rendo conto di quanto un Blog possa essere utile per condividere argomenti seri, argomenti che magari faccia a faccia non verrebbero trattati per mancanza di tempo o semplicemente di compagnie adatte a trattarli.
Un Blog può essere utile proprio per confrontarsi “indirettamente” con altre persone che hanno un tuo stesso interesse oppure con persone che hanno interessi diversi e che possono in un certo senso “contagiarti” ;)
Il fatto poi che il nome sia un “soprannome” e che il commento pubblicato non si sappia bene da chi provenga penso dia una sorta di sicurezza della propria privacy. Molto spesso mi rendo conto che preferisco stare zitta per evitare figuracce mentre invece sarebbe più utile sia per me che per gli altri imparare a buttarmi un po’ di più per apprendere meglio e condividere idee sia che siano simili o differenti.
Mi ha fatto molto riflettere la persona che ha scritto che “creare una relazione tra studenti è come un’anticipazione del nostro futuro rapporto dottore-paziente”.
In effetti questo tipo di rapporto non è molto semplice; noi preferiamo un medico-amico ovviamente ma non sempre ci imbattiamo in persone che hanno questa caratteristica, anzi, troviamo medici che parlano nella loro lingua a noi incomprensibile (una sorta di “medichese”;) e con i quali ci sentiamo nettamente inferiori.
La relazione medico-paziente secondo me andrebbe approfondita molto nel percorso degli studi: penso ci sia tutta una psicologia dietro che andrebbe curata nei suoi dettagli proprio ai fini di non risultare incomprensibili e distaccati ai nostri pazienti!
Penso che questo argomento ve lo riproporrò in seguito, mi interessa molto ;)
Intanto sono pronta per i commenti :)

The Role of Groups as Nodes in Networks

About this argument I found important things by a web-searching.
I write here what I learned about my research... ;)


A network consists of nodes connected by directed or undirected links. It is used to represent complex, relational data such as web pages or social networks. The nodes can be assigned roles, which are subjective characterization of the part they play in the network. For example, within the web, an authoritative page is one that is referred to by many other pages whereas a hub page is one that has hyperlinks to many other pages. There are a number of metrics that can be used to determine the roles of individual nodes in a network. Among those most widely used are degree, closeness, betweenness, and rank.

Knowledge of the node role (popularity, centrality, authority) is useful for many link mining applications such as Web search, threat detection, and co-citation analysis. Network community refers to groups of nodes that share similar properties. Despite its importance, none of the metrics that are used to define node roles explicitly use the community concept. Knowing the role that a node assumes with respect to its related communities would be a new and valuable tool for analysts. For example, in threat detection and crime analysis, knowing that a person has contacts with many groups could be valuable information

The problem of influence maximization can be thought of as finding the best k people to target in order to maximize the number of people that will eventually be influenced. Links are assigned a weight between 0 and 1 representing the probability that one node influences another when it is activated. Several algorithms have been developed in recent years to identify the most promising set of nodes to activate. These algorithms however focus only on maximizing the number of activated nodes at the end of the influence diffusion process. In some cases, it may be more useful to maximize the number of communities that are influenced.

A regular network is one where all of the nodes have a link to a fixed number of other nodes. A random network is one where the links between the nodes are completely random. Small world networks are somewhere between regular and random networks. They are characterized by many small groups of tightly connected nodes (like regular networks) with a few random links that connect the small groups (like random networks). Because of this, small world networks have the property that every two nodes are connected by a relatively short path.

Role is a concept that is used to describe the behavior of a node in relationship to its neighbors and to the networkat large. The discipline of social network analysis contains several centrality measures used to determine the roles of nodes in a network

An assumption of networks is that there are communities of nodes which are not explicitly exposed but that the links infer. In social networks we think of friends, family, and colleagues as forming communities.

The community-based node role is identified based on which of the four quadrants a node falls into. Community-based roles can be useful in a number of ways. Just by themselves these roles can provide useful information to analysts in areas as such as anti-terrorism and law enforcement. In searching for potential terrorist threats, for example, analysts may find it useful to concentrate on suspects with certain roles. If they were looking for persons with few friends but having diverse contacts they could focus on bridges. Community-based roles could also be utilized in existing techniques. The area of link mining has a number of techniques that use the relationships between objects to rank objects, select influential nodes, find communities as well other tasks. Many of them could potentially benefit from knowledge of the objects’ community role.

domenica 12 ottobre 2008

OECD - The William and Flora Hewlett Foundation

Mi sono lasciata sfuggire un paio di informazioni a proposito delle sigle sconosciute ;)
Per questo sono andata a cercare per saperne di più...

OECD - ORGANISATION for ECONOMIC CO-OPERATION and DEVELOPMENT
La creazione dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, da cui l'acronimo OCSE (o Organisation for Economic Co-operation and Development - OECD e Organisation de coopération et de développement économiques - OCDE in sede internazionale), nasce dall'esigenza di dar vita a forme di cooperazione e coordinamento in campo economico tra le nazioni europee nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. Tra gli obiettivi vi è soprattutto quello di usufruire al meglio degli aiuti statunitensi dell'European Recovery Program, meglio conosciuto come Piano Marshall. Nell'aprile del 1948 si giunge così alla firma di una prima convenzione per la cooperazione economica, entrata in vigore il 28 luglio 1948 e ratificata da 16 stati europei:
Austria
Belgio
Danimarca
Francia
Gran Bretagna
Grecia
Irlanda
Islanda
Italia
Lussemburgo
Norvegia
Paesi Bassi
Portogallo
Svezia
Svizzera
Turchia
mentre la Repubblica Federale Tedesca ne divenne membro solo dopo la fine del periodo di occupazione dei paesi alleati, e la Spagna vi aderì nel 1959. La sede dell'organizzazione, inizialmente denominata Organizzazione Europea per la cooperazione economica (OECE) fu fissata a Parigi. La cooperazione economica tra gli aderenti fu essenzialmente sviluppata attraverso una liberalizzazione dei rispettivi scambi, attuata puntando alla liberalizzazione degli scambi industriali e dei movimenti di capitali. Nel 1950 in particolare i paesi membri dell'OECE diedero vita all'Unione Europea dei pagamenti (UEP) che introduceva un sistema di pagamenti multilaterali, permettendo una compensazione dei crediti in una moneta europea di uno stato membro verso l'altro. Questo sistema si trasformò nel 1959 in un regime di piena convertibilità delle monete, con mutamento dell'UEP nell'accordo monetario europeo.
Dal 1º giugno 2006 il segretario generale dell'OCSE è il messicano Angel Gurria.

THE WILLIAM & FLORA HEWLETT FOUNDATION
The William and Flora Hewlett Foundation is a private foundation, established by William R. Hewlett and his wife Flora Lamson Hewlett in 1967, makes grants to support educational and cultural institutions and to advance certain social and environmental issues. The Hewlett Foundation is one of the largest grantmaking institutions in the United States, with assets of over $8 billion.The Foundation has grantmaking programs in education, the environment, global development, the performing arts, philanthropy, and population, and it also makes grants to aid disadvantaged communities in the San Francisco Bay Area. Since its inception, the Hewlett Foundation has made grants of over $2.2 billion to thousands of organizations in the San Francisco Bay Area, across the United States, and around the world.In 2007, The Hewlett Foundation awarded a total of $483,654,925 in grants and disbursed $426,384,396 in grant and gift payments.The Hewlett Foundation is based in Menlo Park, California.The Hewlett Foundation is wholly independent of the Hewlett Packard Company and its Hewlett Packard Company Foundation.
The Education Program makes grants to stimulate reforms and improve instruction in public schools and community colleges, and to create and distribute free online academic materials. In 2001, the Hewlett Foundation made a $400 million donation to Stanford University to support undergraduate programs in both the humanities and sciences.In 2007, the Hewlett Foundation made a $113 million donation to the University of California at Berkeley to create 100 new endowed professorships and provide financial help for graduate students.. The Program’s K–12 education grantmaking in California focuses on improving student achievement and graduation rates. Their grantees conduct and disseminate high-quality research about California’s schools, assist policymakers, and build public support and political will for systemic reforms. The Program also supports research on improving the educational outcomes of community colleges.The Education Program supports efforts to make high-quality academic content freely available on the Internet and to share these Open Educational Resources for teaching, learning, and research.

OER in generale

Intanto riporto alcune informazioni (in italiano!!) sulle OER (Risorse Libere) in modo da introdurre l'argomento evitando di cominciare a pronunciare sigle o nomi mai sentiti!

Open Educational Resources:
La comunità OER si propone di inviduare e valorizzare un insieme di risorse liberamente disponibili in Internet che possano essere utilizzate in ambito formativo. Si tratta di un movimento che vede il coinvolgimento di importanti organismi internazionali, quali l'OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development), l'OLCOS (Open eLearning Content Observatory Services ) e The William and Flora Hewlett Foundation. In realtà non si può definre in modo semplice cosa siano le OER perché si tratta di concetti in rapida evoluzione. Nel senso più riduttivo, con il termine OER ci si riferisce all’insieme dei testi e dei materiali multimediali liberamente disponibili in rete e che possono essere utili a fini didattici in qualsiasi tipo di contesto. Tuttavia vi sono varie interpretazioni allargate del termine che rispondono all’esigenza di risolvere i limiti che l’attuale sistema di istruzione sta mostrando a fronte delle esigenze di una società in rapida evoluzione. Si tende infatti ad includere nelle OER non solo materiali didattici ma anche nuove pratiche didattiche, cioè nuovi modi di agire nei confronti degli studenti, nuovi tipi di relazione fra insegnanti e allievi. In un’interpretazione ancora più allargata ci si riferisce ad una nuova cultura dell’apprendimento in una prospettiva che è di grande interesse a fronte delle sfide poste dalla crescita delle conoscenze cui stiamo assistendo.

Un pò di storia (in english):
From 24 October to 2 December 2005 the UNESCO on-line Forum Open course content for higher education took place.
In September 2006, the Third Annual Open Education Conference (Community, Culture and Content) was held in Logan, Utah. The last conference was held on September 24-27, 2007 in Logan, Utah.
In June 2007, educators at the iCommons iSummit in Dubrovnik joined the open movement worldwide to showcase emerging open education initiatives and to explore ways to better create, share and evolve open educational materials.
In January 2008 The Cape Town Open Education Declaration was published.

Quindi insomma, abbiamo capito un attimino di più cosa sono e a cosa servono queste OER, da dove arrivano e come stanno prendendo terreno al giorno d'oggi...
Io non lo sapevo proprio!!! E voi?
;)

OER: Open Educational Resources

Bene!
Come promesso in questo mio "primo" Blog mi occuperò di cose serie ;)
Iniziamo da un argomento che non so bene nemmeno io cosa sia... Ahahah! L'importante è la sincerità, no?
E poi se si conoscesse tutto non si imparerebbe mai niente...
Insomma, ignoranza a parte, cercherò non solo di acculturarmi su queste OER ma anche di acculturare voi!
-.- sono banditi tutti i commenti che mi reputano uscita di cervello! GRAZIE!
A volte forse saranno post scritti in inglese perchè a quanto ho capito non ci sono molti siti in italiano che parlano delle OER; per alcuni di voi sarà un gioco da ragazzi comprenderle (vero Damià??) per altri invece... un pò meno! Ma sono disposta ad accogliere le vostre domande di chiarimento... ovviamente sperando che non coincidano con le cose che non ho ben chiare!
Ok, si parte!
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giovedì 9 ottobre 2008

La Cioccolata fa Bene


E' da quando sono tornata dalla Swiss che, avendo portato decine di barrette di cioccolata diversa, molte sere come "dolcetto"ne sperimento un pezzettino di un tipo ;)
Sarà lo stress, sarà l'inizio del freddo... sarà la mia gola! Ma è troppo buona! Ultimamente quasi irrinunciabile in certi momenti! Sono andata però a cercare le "controindicazioni"; ovviamente come ogni cosa non si deve eccedere... ma volevo vedere se davvero il cioccolato in piccole quantità fa bene! Sentite un pò cosa ho trovato e... MANGIATE CIOCCOLATA!!! ;)

"In piccole dosi il cioccolato fa bene alla salute. Questo può aiutarci a superare i sensi di colpa, ricordando però che la moderazione è sempre la regola d'oro per chi intende proteggere la propria salute cominciando con l'alimentazione. Alcuni dei maggiori esperti mondiali in fatto di cioccolato hanno discusso, presso la National Academy of Sciences di Washington, sulle condizioni ambientali migliori per produrre il cacao, l’ingrediente alla base del cioccolato e le implicazioni per la salute legate al suo consumo. Il cioccolato contiene i flavonoidi, un gruppo chimico che si trova in molti cibi vegetali e piante commestibili, come il vino rosso, il tè, le cipolle e il prezzemolo, e che hanno di recente suscitato grande attenzione per la loro benefica influenza sulla salute cardiovascolare, migliorando il flusso del sangue e riducendo la pressione sanguigna. Ricercatori finlandesi hanno condotto una ricerca secondo la quale le donne che mangiano cioccolato in gravidanza non fanno del male al loro bambino, anzi producono effetti benefici su di lui. Scienziati dell'università di Helsinki, hanno chiesto a 300 donne incinte di prendere nota del loro consumo di cioccolato e se possibile di aumentarlo. È stato osservato che ciò ha avuto effetti positivi sul comportamento del bambino. Sei mesi dopo la nascita del bambino, le madri intervistate che avevano mangiato cioccolato notavano reazioni positive del bambino, quali sorrisi e risate. È stato notato come le donne che avevano consumato regolarmente cioccolato erano meno timorose verso la novità costuita dall’arrivo del bambino e dal fatto di prendersi cura di lui. Gli scienziati riuniti presso la National Academy of Sciences di Washington, oltre a riconoscere le proprietà protettive, hanno sottolineato che i prodotti comunemente disponibili in commercio, pur essendo delizie per il palato, contengono spesso livelli elevati di grassi e zuccheri, in grado di controbilanciare gli effetti benefici del cacao. Il cioccolato però pare essere utile anche per la bellezza. Secondo Davide Antichi, cosmetologo di Genova, si può parlare di 'cioccoterapia', in quanto si sfruttano le proprietà antiossidanti del cacao ma anche la sua ricchezza di sali minerali, soprattutto ferro, magnesio, fosforo e potassio, per interessanti applicazioni in trattamenti remineralizzanti e drenanti''. Il cacao ''e' anche una miniera di vitamine, per trattamenti nutrienti, idratanti ed emollienti - precisa l'esperto - polifenoli, preziosi antiossidanti, e flavonoidi, utili in trattamenti drenanti''. Non solo: il cioccolato ha anche proprieta' riducenti. ''Per questo oggi e' usato in creme che aiutano a bruciare i grassi localizzati. E proprio le sue molteplici proprieta' hanno fatto della cioccoterapia il successo dell'ultimo anno''. Possono però trarre beneficio dal cioccolato anche l'umore e il cuore. Secondo una ricerca condotta dall'Istituto Riza di medicina psicosomatica, alimenti come la mousse di cioccolato, ma non solo, aiutano a riconquistare l'autostima perduta, e così come tanti altri piatti della nostra tradizione culinaria è in grado di farci recuperare felicita' e benessere. I polifenoli, di cui il cioccolato e' ricco, rappresentano un vero toccasana per il nostro cuore ''abbattendo del 20% i rischi di complicazioni cardiache''. Il consiglio è quello di conoscere ed apprezzare le qualità e le proprietà del cioccolato senza eccessive morbosità ed eccessivi sensi di colpa, e come per tutti gli alimenti va gustato ma consumato con moderazione. Se è possibile è meglio optare per la qualità e per la regina della cioccolata, quella fondente".

mercoledì 8 ottobre 2008

"La Bibbia in 140 ore"

" Con 140 ore no stop sarà la diretta più lunga della storia della Tv pubblica: La Bibbia giorno e notte, lettura integrale dei 73 libri delle Scritture, sarà trasmessa interamente da Rai Edu 2 (prima e ultima ora su Raiuno). Teatro della maratona Genesi-Apocalisse, la Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, aperta per l'occasione 24 ore su 24. Papa Ratzinger sarà il primo ad accostarsi al leggio, cui si avvicineranno 1.200 persone (di ogni età e fede, anche atei), scelte tra i tanti partecipanti alle selezioni. Ogni brano dura 4-8 minuti. Il più aimbito dalle donne? Il Cantico dei Cantici".

Possiamo dire che finalmente questo papa ha fatto qualcosa di positivo? Libri apocrifi a parte, trovo che la lettura della Bibbia fatta dal popolo sia una gran cosa!
In tanti al giorno d'oggi non sanno nemmeno dell'esistenza di questo libro... E non lo dico solo perchè sono avventista del 7° giorno, ma perchè mi rendo davvero conto che la religione è un argomento taboo specialmente tra i giovani di questa generazione! Della mia ma anche di quella che precede. Spero questa diretta possa aiutare a far riscoprire l'interesse per questi libri che per quanto magari siano pesanti da un punto di vista lessicale (per espressioni antiche, nomi strani e difficili, popoli, re, guerre...!!) vivono ancora oggi! Se li leggiamo con cura capiamo che Dio non ha parlato al popolo mediante questi libri secoli fa e che ciò che diceva valeva solo in quel periodo, no! Dio parla ancora (e chi di solito fa i mimi adesso sorriderà ;)... bisogna solo sforzarsi un attimino di più per sentirlo in mezzo a tutto questo frastuono!!!

"La particella di Dio si è fermata"

"Il superacceleratore di particelle del Cern di Ginevra, che dovrebbe ricostruire le condizioni iniziali dell'universo (una decina di microsecondi dopo il Big Bang), resterà bloccato un paio di mesi. Entrato in funzione il 10 settembre dopo vent'anni di preparativi, si è inceppato per un guasto al sistema di raffreddamento".

Dunque, vogliamo commentare questo articolo che mi è saltato all'occhio oggi? Ne avevo sentito parlare alla tv ma del fatto che si fosse bloccato non avevo sentito niente; giustamente circolano solo le "grandi notizie" che fanno scalpore ma poi quando questi potenti mezzi tecnologici si inceppano nessuno sa niente!
Sinceramente appena appresa la notizia di questa "particella di Dio" mi sono abbastanza spaventata... l'uomo sta cercando di capire cose che non sono umanamente o scientificamente spiegabili!! Con Bibbia alla mano (strumento che chiunque può usare, che sia cattolico, protestante, ateo ecc ecc) si sa che nel principio c'era DIO e che solo Lui è il creatore di tutto... come si può cercare di costruire (in vent'anni tra l'altro e chissà quanti soldi!!) un superacceleratore per ritrovare le condizioni iniziali dell'universo quando nessun uomo era presente e quindi non può provare che fosse veramente così?? Andiamo davvero nell'assurdo, nel paradossale... io sono assolutamente a favore della tecnologia, dello sviluppo e sarei bugiarda se dicessi che le comodità che ci sono ora nel 2008 non mi fanno comodo in svariate situazioni! Però volersi mettere al pari di Dio e anzi, voler entrare nel "cervello" di Dio al momento della creazione... no, è una cosa che non concepisco!

martedì 7 ottobre 2008

Ridendo e Scherzando

Bene! Anche questa giornata è conclusa!!
Ho fatto in tempo ad aprire un blog... chiuderlo ed aprirne uno nuovo!
Ormai sono troppo avanti!!!
Questo pomeriggio prima lezione di chimica... ALLUCINANTE! Per me arabo veramente, non ho idea di cosa siano tutte quelle formule! E l'esame pare sia già fissato per il 18 dicembre!
Aiuto!
E poi lezione di statistica.. forse ce la posso fare se mi imparo a memoria tutte le formule! L'esame è scritto, si.. ma scritto alla lavagna! Che figureeee! Andrò nel panico!
Quindi insomma, alla fine mi resta solamente questo blog!
Prometto che scriverò cose più interessante d'ora in avanti!
Questa giornata prendetela come esperimento!
Continuate a commentare però, che mi piace :)
Buona Serata e... Buona Notte!!

Il mio primo POST! Che emozione!!

Fantastico! Ci sono riuscita! E' stato più semplice del previsto!
Cioè, è stato semplice creare il blog nonostante non abbia l'adsl e quindi per caricare tutte le impostazioni abbia fatto le ragnatele davanti al pc!
Si, esatto, c'è ancora chi nel 2008 non ha la linea veloce!!
In effetti il blog è una specie di diario... ma non voglio renderlo "troppo intimo"! Non so se mi spiego... Vorrei poter discutere di cose interessanti, non certo problemi di cuore o cose troppo personali!
Ieri è stato il mio primo giorno di università... pauraaaaaaaa!! Ero parecchio agitata all'inizio perchè mi sembrava di esser tornata al mio primo giorno di scuola! E io elementari, medie e superiori le ho odiate con tutta me stessa! Infatti mi sono concessa una piccola pausa meditativa tra la maturità e la scelta dell'università (che inizialmente non volevo proprio fare nemmeno pagata!).
Ho seguito una sola lezione per ora, quella di informatica appunto; è da ieri sera che controllo i vari link che ci ha dato il Prof e mi sono messa di impegno per creare il mio primo Blog! Per ora è un esperimento; vedrò di ampliare le mie conoscenze nel corso di queste settimane... mesi... anni! Sperando che quelli universitari siano solo 3!
Bene, per questa mattina direi che posso concludere qui.. piano piano aggiornerò i vari "post"... wow, termine che fino a ieri sinceramente non sapevo nemmeno esistesse! Non pensavo neanche di potermi permettere un Blog con un 56K! E invece, i miracoli accadono ancora ;)
Ciao!!