domenica 19 ottobre 2008

I modelli di insegnamento

Ci sono circa 5 tipi di insegnanti... penso che queste "teorie" possano essere utilizzate riferendosi non solo all'insegnamento del maestro o del professore di scuola ma anche da parte di chiunque voglia mettere a disposizione di altri la propria arte o la propria cultura! Per insegnare bene bisogna destare l'interesse dell'interlocutore; altrimenti alla fine ci si troverà davanti ad una classe di robot che imparano le cose a memoria senza nemmeno averle capite!

L’insegnante comportamentista
Considera l’apprendimento una risposta a uno stimolo; Considera l’apprendimento una forma di associazione. L’apprendimento è una sequenza di passaggi successivi. In fondo l’apprendimento è una forma di condizionamento. Se ha studiato, lo studente lo manifesta. Così è possibile valutarlo. L’apprendimento non è altro che una somma di conoscenze. E’ necessario fare leva sulla tensione emotiva degli studenti. L’insegnamento serve a fare apprendere abitudini. La cosa migliore è usare tassonomie di obiettivi didattici. Una buona preparazione è quella in cui ci si esercita spesso; quando uno studente è bravo, lo si elogia e lo si premia davanti agli altri. L’avvenuto apprendimento va verificato regolarmente durante l’anno. Dopo la spiegazione, interroga subito sull’argomento spiegato. La classe andrebbe sempre tenuta sotto controllo dall’insegnante. E’ importante programmare con precisione le azioni formative previste. Il buon insegnamento dovrebbe produrre cambiamenti comportamentali; il bravo docente rivede continuamente il proprio insegnamento ,chiarisce sempre prima i suoi obiettivi di metodo e di contenuto. Il bravo docente stimola, verifica, rinforza, controlla e programma.
L’insegnante cognitivista
In classe, una cosa è scherzare, un’altra è studiare. L’apprendimento deve essere “significativo” per essere memorizzato. L’apprendimento è una sequenza di passaggi di complessità crescente. L’apprendimento è una elaborazione complessa di processi mentali. Va bene ripetere, ma deve essere farina del loro sacco. Il bravo docente struttura e organizza i contenuti da apprendere. Il bravo studente utilizza personali strategie di apprendimento. E’ importante che la spiegazione sia compresa a fondo. Una buona preparazione è quella finalizzata al compito da svolgere. L’insegnante cognitivista interroga spesso gli studenti per verificare che non imparino a memoria. Per il docente l’azione formativa va calibrata prima di entrare in classe. L’insegnamento può essere considerato un modo di gestire simboli. L’apprendimento è una questione di organizzazione linguistica ed è sempre una trasmissione cumulativa di conoscenze. In qualunque contesto si apprende, non importa basta che si apprenda! Ogni studente ha una strutturazione cognitiva interna da tenere presente. Il buon insegnamento dovrebbe sviluppare la capacità di apprendere; l’apprendimento è un percorso euristico per la risoluzione di problemi. Il bravo docente si regola in base alle possibilità degli studenti.
L’insegnante metariflessivo
Approva quando gli studenti collaborano. Anche se fanno i compiti insieme. Il bravo studente riflette su come gestire le proprie strategie di apprendimento. E’ importante che gli studenti sappiano valutare da soli quanto hanno studiato. All’insegnante metariflessivo piacerebbe che gli studenti sapessero verificare tra loro come hanno studiato. Trova giusto riflettere su come insegna e rivedere a suo giudizio le strategie usate.
L’insegnante costruttivista
L’apprendimento è un processo costruito: non si apprende mai “da soli”! L’apprendimento, in effetti, è un processo biologico; è un processo di interpretazione e di scoperta guidata. Gli studenti hanno già le proprie strutture di conoscenza solo in parte modificabili. Il buon insegnamento trasforma le idee degli studenti da ingenue in scientifiche.
L’insegnante socioculturalista
L’apprendimento è “dentro” un contesto o una situazione specifici. Il buon insegnamento è quello che si basa sul parlare insieme. Il bravo docente media, facilita, socializza partecipa senza dirigere. Non importa se lascia trasparire le sue personali emozioni davanti alla classe. Sta attento a che postura assume quando parla con gli studenti. Gli sembra di essere, con i suoi studenti una comunità che condivide qualcosa. Se non ci fosse un mediatore, la classe non potrebbe condividere le conoscenze. Non si sente “più importante” degli studenti. Ognuno ha la sua esperienza. Vorrebbe essere un modello di identificazione per i suoi studenti.
Ogni docente ha il proprio modo di insegnare, il proprio sapere che deriva dall’esperienza, la propria pedagogia del buon senso e del senso comune.
Può bastare?
SI: se si conosce a quali modelli precedenti è riconducibile e se si è consapevoli delle proprie modalità operative!

Nessun commento: